Vaccino, il parere del Dott. Marrocco: "Escludere MMG dalla campagna è stato un grande errore"

Vaccino, il parere del Dott. Marrocco: "Escludere i medici di medicina generale dalla campagna è stato un grosso errore”

La campagna vaccinale rappresenta il grimaldello per scardinare la pandemia ma, analizzando gli eventi, rappresenta anche un tema caldo sul quale poter discutere per molto tempo se si pensa alla confusione comunicativa, alle decisioni prese e poi riviste, a ciò che si poteva fare e non è stato fatto all’inizio. Insomma tanti benefici ma anche una serie di lacune che hanno fatto emergere crepe consistenti.

“La campagna vaccinale ci ha messo di fronte a una situazione nuova e complessa”. Così parte la chiacchierata col Dott. Walter Marrocco, Responsabile Scientifico della FIMMG ed ex componente, in qualità di esperto, della Commissione Tecnico Scientifica di AIFA.

“Come tutte le cose in ambito scientifico, un conto è l’autorizzazione all’uso di un farmaco, altro è la valutazione di Efficacia e Sicurezza quando se ne fa uso nella popolazione target. Anche l’affinamento sugli effetti collaterali di un farmaco è frutto della valutazione nella ricerca pre-autorizzativa, ma ancor più e di quanto accade nel suo uso quotidiano su grossi numeri di pazienti”.

Cose da promuovere, alcune rivedibili e altre da bocciare in tutto questo percorso che deve portare gli italiani ad avere lo scudo migliore per combattere questa pandemia.

“L’organizzazione portata dal Commissario Figliuolo e dal suo staff è lodevole. La struttura commissariale è, però, una parte del sistema, cura l’aspetto logistico; poi c’è qualcosa di ancora più grande e complicato che è l’aspetto erogativo, e in questo caso gli attori sono numerosi.

In primis, c’è da confrontarsi con le Regioni, con le loro competenze e relative autonomie in ambito sanitario, che di fatto si concretizzano in modelli sanitari totalmente differenti tra di loro, come fossero Repubbliche autonome. Riferendoci al modello degli hub, all’inizio, questo ha portato facilmente buoni risultati in termini di adesione perché si è rivolto alle persone fortemente motivate a risolvere il problema e in grado di gestire la propria prenotazione vaccinale nei vari sistemi informatici regionali. Nello stesso tempo, però, il sistema basato sugli hub non riesce a gestire la moltitudine di indecisi, dei particolarmente fragili nell’approccio alla vaccinazione. Inoltre, l’impianto e la gestione degli degli hub è particolarmente onerosa, in termini di risorse economiche e umane, che vengono così sottratte ad altri servizi e ad altre necessità di salute.

Non si sono mai viste tante risorse assegnate a un modello che si è voluto come lo strumento principale, se non l’unico, della campagna vaccinale. Gli hub potevano essere di supporto al classico modello vaccinale basato sulla Medicina del Territorio, in particolare la Medicina Generale, che, da sempre, si è dimostrata il braccio armato di qualsiasi campagna vaccinale, vedi quella anti influenzale. Infine, sarà interessante andare a valutare il rapporto costi/risultati e non sarà facile poter dimostrare che si è sprecata una notevole quantità di denaro pubblico.

Una serie di scelte che hanno fatto emergere problematiche che potevano essere tranquillamente evitate in principio con una scelta di un modello più appropriato ma, una volta esaurite le persone predisposte, si è creata la situazione della scelta del vaccini.

“Nel tempo, la situazione della Campagna Vaccinale è frequentemente cambiata e sono emerse molte problematiche, tra cui quelle legate alla scelta del vaccino da utilizzare in base alle caratteristiche del paziente. Nel corso del tempo c’è stata una politicizzazione selvaggia della campagna vaccinale con le Regioni che sono andate avanti in ordine sparso, con prese di posizione ed interpretazioni di Amministratori o di Tecnici, non sempre allineati, se non addirittura divergenti tra loro”.

E da un problema, come spesso accade, se ne genera un altro ed è legato al rapporto diretto che esiste tra medico e paziente, dalla conoscenze delle problematiche del secondo affidate alle conoscenze mediche del primo.

“La medicina generale – continua il Dott. Marrocco – si basa sulla conoscenza del paziente e questa non può essere legata solo a una superficiale anamnesi, ma si basa sui dati di un’intera cartella clinica. Sarebbe stato più facile fare riferimento ai medici di medicina generale per la scelta più appropriata del vaccino per il singolo paziente, troppo spesso lasciato solo in questa decisione. Escludere i medici di medicina generale, o averne fortemente ridotto il ruolo nella campagna vaccinale è stato un grosso errore.

Si continua invece a voler attribuire al medico di medicina generale compiti di mera funzione amministrativa, o di intervenire per convincere gli indecisi, se non addirittura contrari, spesso per errore di comunicazione prodotta da altri.

In pratica, si chiede al Medico di Famiglia di intervenire sfruttando quel ruolo verso il paziente che, nella realtà, si è operato per depotenziarlo. Insomma, ci sono una serie di nodi da sciogliere per arrivare a capo di una serie di errori prodotti da scelte incaute, se non, addirittura strumentali”.

Errori che sono stati commessi e tra questi, sicuramente, c’è quello legato a una comunicazione confusionaria, fiume e divergente. Cosa che è accaduta anche con l’apertura della campagna alle fasce più giovani.

“La mia idea – afferma in maniera secca il Dott. Marrocco – non vuole aggiungersi alle tante opinioni espresse da esperti e politici in questo periodo che hanno riempito i media. Noi dobbiamo utilizzare le classiche procedure scientifiche e tenere in forte considerazione le decisioni di EMA e AIFA. Tra le varie cause, una in particolare, è l’aver inserito il termine ‘preferibilmente’ nell’associare la scelta del vaccino alle diverse fasce d’età dei pazienti, ciò ha creato un contesto di vaghezza e autonomia decisionale tra le Regioni e, spesso, anche tra i sanitari. Ora, la campagna vaccinale è andata avanti, la disponibilità dei vaccini è aumentata e il rischio di contagio è andato tangibilmente riducendosi, si possono effettuare scelte sui vaccini per i singoli pazienti con maggiore appropriatezza”

I giovani sono stati il tema caldo dell’ultimo periodo, l’apertura indiscriminata della campagna senza una conoscenza consapevole ha prodotto un caos incredibile.

Hub con dj all’interno oppure con personaggi famosi, chiamato all’occasione per selfie e scambiare chiacchiere coi ragazzi in attesa della proprie dose. Si è perso di vista il principio fondamentale: la vaccinazione contro la pandemia è una cosa seria.

“È importante che un giovane sia seguito da un medico di riferimento nella scelta invece di affidarsi a un open day vivendolo come un rave party, come è capitato in alcune circostanze con iniziative promosse con stile social network. È il medico che deve rappresentare la garanzia per i giovani, che sia un pediatra o un medico di famiglia, in base alla fascia d’età. I pazienti, di qualsiasi età, possono scegliere iI medico con il criterio della fiducia, affidandosi per le scelte migliori anche in ambito vaccinale. La salute e la fiducia necessitano ben più di un timbro e di una firma su un foglio di carta”.

 

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