Presentazione

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FAD: Violenza domestica

Razionale del corso

È "violenza contro le donne" ogni atto di violenza fondata sul genere che provochi un danno o una sofferenza fisica, sessuale o psicologica per le donne, incluse le minacce, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà. Così recita l'art. 1 della dichiarazione Onu sull’eliminazione della violenza contro le donne.

Nel corso di questi decenni, la politica, particolarmente a livello  europeo,  ha posto in risalto la condizione della vittima e la necessità di una maggiore tutela della stessa attraverso un’assistenza materiale, giuridica e psicologica. Il riconoscimento internazionale che le donne hanno diritto a una vita libera dalla violenza è tuttavia recente. Storicamente, la lotta contro la violenza è collegata alla lotta delle donne per superare le discriminazioni. Il testo di riferimento, a livello internazionale, è la Convenzione sull’Eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne (CEDAW) che riconosce "alle donne i diritti e i principi in materia di uguaglianza, la sicurezza, la libertà, l'integrità e la dignità di tutti gli esseri umani".

Il nostro Paese ha compiuto un passo storico nel contrasto della violenza di genere con la Legge 27 giugno 2013 n. 77, approvando la ratifica della Convenzione di Istanbul (11 maggio 2011),  che rappresenta il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante “sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica”. Le linee guida tracciate dalla Convenzione costituiscono infatti il binario e il faro per varare efficaci provvedimenti, a livello nazionale, e per prevenire e contrastare questo fenomeno. L'elemento principale di novità è il riconoscimento della violenza sulle donne come forma di violazione dei diritti umani e di discriminazione. La Convenzione prevede anche la protezione dei bambini testimoni di violenza domestica e richiede, tra le altre cose, la penalizzazione delle mutilazioni genitali femminili.

Della raccolta e monitoraggio dei dati si occupa l'Osservatorio per lasicurezza contro gli atti discriminatori (OSCAD), organismo interforze Polizia-Carabinieri. In data 29 maggio 2013 l'OSCAD ha aderito al programma TAHCLE attraverso la firma di un Memorandum of Understanding con l'OSCE ( Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa). Tale programma, nell'ambito di un accordo internazionale, facilita e uniforma l'addestramento delle Forze di Polizia italiane nelle attività di prevenzione e repressione degli Hate Crime (crimini ispirati dall'odio). Per le segnalazioni è attivo il 1522, il numero verde di pubblica utilità della Rete nazionale antiviolenza. Sono in campo molteplici interventi: la tutela delle vittime di maltrattamenti e violenza domestica, le risorse per finanziare un Piano d'azione antiviolenza e la rete di case-rifugio, la formazione sulle tecniche di ascolto e approccio alle vittime, di valutazione del rischio e individuazione delle misure di protezione, i corsi sulla violenza domestica e lo stalking. Inasprita anche la disciplina penale con misure cautelari personali, un ampliamento di casi per le associazioni a delinquere, la tratta e riduzione in schiavitù, il sequestro di persone, i reati di terrorismo, prostituzione e pornografia minorile e contro il turismo sessuale. Sui territori le Prefetture promuovono, dove emergono i bisogni e le esigenze, iniziative di informazione e sensibilizzazione per combattere sul nascere la violenza di genere: formazione nelle scuole, corsi di formazione per gli operatori delle strutture socio-sanitarie per migliorare la prima accoglienza, forme di collaborazione con gli enti locali e le associazioni per potenziare l'accoglienza e il sostegno alle vittime, task force e gruppi di lavoro per pianificare le iniziative e divulgare le best practice, anche nei contesti  delle reti socio-sanitarie di supporto  alle vittime.

Il Ministero della Salute, nell’anno 2018, ha introdotto  le Linee Guida che le strutture sanitarie devono applicare, introducendo il “percorso” per tutelare la salute e promuovere l’assistenza socio-sanitaria alle donne e bambine vittime di violenza, con un rilevante  impatto delle procedure medico legali. 

Da ultimo, si inserisce in questo panorama nazionale la Legge 19 luglio 2019, n. 69 (recante “Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere”) denominata “Codice Rosso”, che attua nuove e più efficaci forme  di tutela per tali soggetti vulnerabili.

Keywords: violenza di genere; reti socio-sanitarie; numero 1522; accertamenti medico legali; codice rosso della legge 2019, n. 69.

 

 

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Programma

Programma

Le forme della violenza di genere

La normativa internazionale e quella italiana

Percorso per le donne che subiscono violenza nelle aree di emergenza ospedaliera

Aspetti di interesse medico legale

I centri antiviolenza ed il numero  1522

Legge 19 luglio 2019, n. 69 -“Codice Rosso” - in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere

Informazioni

Obiettivo formativo

33 - Tematiche speciali del S.S.N. e/o S.S.R. a carattere urgente e/o straordinario individuate dalla Commissione nazionale per la formazione continua e dalle regioni/province autonome per far fronte a specifiche emergenze sanitarie con acquisizione di nozioni di sistema

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Responsabile scientifico

  • Prof.ssa Antonina Argo
    Professore Ordinario di Medicina Legale Università degli Studi di Palermo
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Docente

  • Prof.ssa Antonina Argo
    Professore Ordinario di Medicina Legale Università degli Studi di Palermo
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Medico chirurgo

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