Corso FAD ECM – Linee guida e buone pratiche. Come ripensare la medicina per la centralità del paziente
Linee guida e buone pratiche, sebbene si prestino a letture contrapposte, offrono al professionista, gravato dall’onere di difendere il proprio operato, un riferimento anche nel contesto del rapporto e dell’eventuale contenzioso con il paziente (2) [Barni, M., 1998. Evidence based medicine e medicina legale. Riv. It. Med. Leg. 20 (1), 3-9. Terrosi Vagnoli, E., 1999. Le linee guida per la pratica clinica: valenza e problemi medico legali. In: Riv. It. Med. Leg. 21 (1), 189-232].
Al sanitario, al professionista si chiede la dimostrazione del corretto adempimento e l’esclusione di ipotesi di condotte causative di danno o inadempimento con riferimento a modelli comportamentali, linee di condotta, raccomandazioni aggiornate.
Tuttavia frequentemente si interpretano i riferimenti alle linee guida ed alle buone pratiche consolidate quali “limitazioni” dell’attività del medico o del sanitario In tale prospettiva gli stessi snaturerebbero l’attività clinica e costituirebbero rigide barriere costituite da condotte predeterminate, in vista di un esercizio meccanicistico della medicina atteggiato in senso difensivo, che potrebbero rivelarsi inutile se non addirittura dannoso. Una medicina standardizzata all’interno delle quali non ci sarebbe posto per la “mente pensante” del professionista né per la specificità ed unicità del paziente.
Italian Medical Research
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