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Il cancro della mammella, la forma di tumore più frequente nella popolazione femminile, è una malattia caratterizzata dalla presenza di cellule neoplastiche (maligne) nel tessuto mammario. La chemioterapia è la modalità terapeutica che distrugge le cellule tumorali attraverso la somministrazione di farmaci, che vengonoiniettati per via endovenosa oppure possono essere assunti per bocca in forma di compresse.
Le terapie a bersaglio molecolare nascono dalle ricerche più recenti. Il loro meccanismo di azione si basa sulla capacità di legarsi specificamente ai bersagli molecolari identificati nelle cellule tumorali. Per questo motivo sono definite anche terapie ‘mirate’. Questo particolare meccanismo ne rende altamente selettiva l’azione, lasciando del tutto inalterate le cellule normali, contrariamente a quanto avviene con la chemioterapia ‘classica’. Per il trattamento dei tumori della mammella gli anticorpi monoclonali più utilizzati sono trastuzumab, pertuzumab, trastuzumab-emtansine e bevacizumab e gli Inibitori delle chinasi ciclino-dipendenti 4/6. Questi cono farmaci di nuova introduzione approvati per il trattamento del carcinoma mammario ormonosensibile in fase avanzata, in associazione a un inibitore dell’aromatasi nelle pazienti in prima linea oppure a fulvestrant nelle pazienti già sottoposte a terapia ormonale. Gli effetti collaterali più comuni sono: abbassamento del livello dei globuli bianchi, in particolare dei neutrofili, che può rendere talvolta necessario un rinvio del trattamento; alterazione dei valori della funzionalità epatica; nausea, diarrea, stomatite; affaticamento, caduta dei capelli.
Un setting che oggi è molto attenzionato dagli oncologi è quello dei tumori che esprimono il recettore HER2.
Attualmente la ricerca medica sta sviluppando una serie notevole di terapie a bersaglio molecolare che sono tuttavia al momento disponibili solo nel contesto di studi clinici. In aggiunta al Pertuzumab e al TDM-1, farmaci con comprovata efficacia clinica, nuove molecole oggi sono disponibili, questi il Trastuzumab deruxtecan un anticorpo coniugato di ultima generazione sta rivoluzionando la cura del tumore al seno metastatico HER2 positivo tucatinib, un farmaco a bersaglio molecolare inibitore delle tirosin chinasi altamente selettivo per HER2.
Il 51% delle pazienti con malattia HER2 positiva è vivo a 2 anni, un importante beneficio che si aggiunge a quelli ottenuti con le prime due linee di trattamento. Nuove molecole stanno cambiando anche l’approccio terapeutico del setting di tumori mammari cosiddetti Triple negative come il Sacituzumab govitecan, che oggi viene utilizzato in pratica clinica nelle pazienti pretrattate, e che ha determinato una revisione dell’algoritmo terapeutico.Il carcinoma dell’ovaio rappresenta il settimo tumore più frequente nelle donne. L’approccio terapeutico prevede una corretta integrazione tra chirurgia e chemioterapia. Nonostante l’efficacia iniziale, tuttavia, il 70-80% delle pazienti sviluppa recidiva di malattia entro i primi due anni e necessita di successive linee di trattamento che raramente hanno fini curativi. Nel 15-20% circa dei tumori epiteliali, inoltre, si riscontra una mutazione dei geni BRCA1 e 2, dato fondamentale per inquadrare da subito un’opportunità terapeutica rappresentata dagli inibitori PARP. Questi farmaci, come l’olaparib rucaparib e il niraparib, utilizzati in mantenimento dopo risposta a una precedente terapia contenente platino, hanno dimostrato una comprovata efficacia.
Il tumore al seno è il tumore più frequentemente diagnosticato nelle donne in Italia, al seno sono positivi ai recettori ormonali e possono beneficiare di una terapia ormonale. Gli Inibitori dell'aromatasi sono la terapiaormonale più frequentemente utilizzata in donne in postmenopausa con tumore al seno in fase iniziale. Queste terapie sono associate a diversi effetti collaterali, e in particolare all'osteoporosi e alle fratture da fragilità Oggi è possibile mettere in campo strumenti utili per informare le pazienti, aiutarle a dialogare con lo specialista, approfondire il tema della fragilità ossea e programmi incentrati su uno stile di vita sano e attivo.
Gli ultimi progressi della ricerca hanno portato allo sviluppo dell’immunoterapia anche nel tumore del polmone. I farmaci immunoterapici sono anticorpi in grado di risvegliare il sistema immunitario del paziente, portandolo a riconoscere e distruggere le cellule tumorali. Questo tipo di terapia è attualmente approvata nel trattamento del carcinoma polmonare non a piccole cellule in stadio metastatico come singolo trattamento o in associazione a chemioterapia, a seconda dei livelli di espressione del marcatore PD-L1 sulle cellule tumorali; e nello stadio localmente avanzato come consolidamento dopo chemio-radioterapia. L’immunoterapia è generalmente meglio tollerata rispetto a chemioterapia e terapie target nel webinar discuteremo della gestione di questa terapia e deisuoi effetti collaterali.
Italian Medical Research
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