L’obiettivo del corso è quello di fornire ai partecipanti una formazione in cui alla conoscenza teorica si affianchino strumenti operativi e pratici per impostare l’assistenza sociale e sanitaria secondo principi di competenza interculturale, al fine di assicurare qualità ed efficacia. Infatti, chi arriva ha lasciato da un pezzo la sua comfort zone, spesso ha subito traumi inenarrabili e dev’essere accolto in maniera appropriata, per il benessere suo ma anche degli operatori preposti. Inoltre, com’è noto, ogni forma di cura deve tener conto della persona nella sua interezza: il malato ha un bagaglio di vissuto, interpretazione dei propri sintomi e aspettative nelle relazioni con il personale socio-sanitario dalle quali non si può prescindere. Quando ad essere coinvolto è un migrante, i significati attribuiti alla terapia, alla guarigione, al luogo di cura e ai rapporti interpersonali saranno inevitabilmente determinati dalla cultura da cui proviene, oltreché dalla sua narrativa personale.
Le conseguenze di una presa in carico inappropriata possono essere l’inefficacia della cura, le incomprensioni, lo sperpero di risorse, l’insoddisfazione o addirittura il burnout degli operatori. E’ invece prioritario che coloro i quali ogni giorno si trovano a lavorare “in prima linea”, siano messi in grado di usufruire al meglio degli strumenti necessari e l’approccio Patient and Family Centered Care (PFCC) è uno di questi strumenti.
Il corso dura 1 anno, per un totale di 160 ore accademiche suddivise in 10 weekend (durata 2 giorni) a cadenza mensile. Convenzionalmente non vengono effettuati incontri nei mesi di luglio ed agosto.